La partita di pallone

Ogni papà nutre per i suoi figli maschi tre inconfessabili desideri: che siano smoderatamente ricchi, che si godano la vita il più possibile ma soprattutto che adottino la giusta fede calcistica.
Mentre per i primi due sono state create una serie di filosofie di recupero (prodotti artificiosi della mente umana) quali: 
"i soldi non fanno la felicità"...già ma tu comincia a darmeli e poi ne riparliamo;
"conta più la coscienza della reputazione"...verissimo ma viviamo in una società in cui purtroppo la forma conta più della sostanza;
per il terzo non c'è alcuna speranza in caso di errore.
Voglio dire un figlio interista è praticamente affetto da un male incurabile, un figlio del toro ti farà spendere i soldi (che non hai) in antidepressivi e psichiatri per vederlo comunque infelice...e così via dicendo.
Se hai il merito o la fortuna che superino la fase critica dei condizionamenti esterni scegliendo la tua squadra del cuore, l'unica per cui valga la pena tifare, ti si presenta il problema successivo: fare in modo che seguano il calcio con passione e con piacere.
Quando sostituiranno le repliche delle partite ai cartoni animati, quando sciorineranno schemi e tattiche come i personaggi di Dragon Ball, quando intuiranno al volo il fuorigioco (che hai rinunciato a spiegare a tua moglie in ere geologiche precedenti) ebbene quando avverrà tutto ciò e penserai di avercela fatta, ricordati che c'è un ultimo esame: la partita della tua squadra del cuore.
Tu sei per loro un esempio, non importa quello che dici, ma quello che fai ed anche quello che non fai.
Nel mio caso è dal trauma del gol di Archibald (...cazzo uno col nome degno di Candy Candy...) seguita dalla delusione di Juve Real dell'86/87 (2-4 d.c.r.) che non riesco a vedere una partita con il giusto distacco.
I miei figli lo sentono da sempre e solo di recente hanno cominciato a farmi compagnia durante l'evento più importante della settimana. 
Orgoglioso della cosa faccio del mio meglio per concentrarmi solo sull'aspetto sportivo. 
In queste poche giornate ho già superato con eleganza lo 0-2 al Marassi dopo 5 minuti, il gol del Sassuolo con annesso svenimento di mezza difesa juventina, la lezione di calcio subita in Catalogna. 
Stavo quasi per farcela anche con la VAR usata a mò di flusso canalizzatore ma sull'errore dal dischetto nel finale ho capitolato. TV spenta, tutti a letto e qualche improperio da censura.
Ed ora il dubbio amletico. Cosa faranno alla prossima partita? La vedranno con me? (Spero di si) La vivranno come me? (Spero di no)
Per fortuna c'è la pausa per la nazionale per ricostruirmi una certa reputazione. E' alquanto difficile appassionarsi per questa nazionale...e poi...sotto con la prossima partita!!!   




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