Vacanze (mancanze) italiane

C'era una volta un bel paese i cui abitanti erano soliti trascorrere le vacanze in un posto elegante, un'isola felice che poteva vantare una costa orientale sabbiosa, per gli amanti dell'ordine e della regolarità, una costa occidentale frastagliata nell'alternanza spiaggia-scogli per i veri amanti del mare (turisti tipicamente di più ampie vedute), uno storico borgo centrale per gli indecisi o i più furbi (a seconda dei punti di vista) destinati a spostarsi ad est o ad ovest in funzione di dove tirava il vento.
Passarono gli anni ed i turisti si accorsero che i servizi offerti da quel posto elegante lasciavano sempre più a desiderare mentre, al contempo, le tariffe diventavano sempre più care per colpa della speculazione di imprenditori turistici poco capaci che si tramandavano l'attività di generazione in generazione.
Fu allora che alcuni decisero improvvisamente di cambiare meta e trascorrere le vacanze in un posto diverso, molto meno bello e senza recensioni, attratti dalla promozione fatta in rete da un ex comico che aveva sì girato il mondo ma che di turismo ne sapeva poco. 
Gli slogan d'altro canto erano interessanti: accesso a prenotazioni, servizi ed infrastrutture turistiche tutto via web; ricambio annuale degli imprenditori turistici della zona (rigorosamente autocandidatisi via web anche loro) per evitare vitalizi, sodalizi, tangenti e garantire sempre il miglior servizio agli abitanti di quel bel paese.
Finché il turismo mantenne una dimensione di nicchia le cose funzionarono, ma poi questa nuova realtà dovette confrontarsi con il turismo di massa e fu allora che i principi alla base di questa nuova avventura mostrarono i loro limiti. Scarsi i parcheggi, dissestate le strutture, sporche le spiagge, anche quelle appositamente attrezzate.
E fu così che col primo anticiclone africano dell'estate gli abitanti di quel bel paese si ritrovarono costretti a prenotare le vacanze nell'isola felice da cui si stavano progressivamente allontanando.
Come andrà a finire è storia ancora da scriversi, di sicuro chi ci rimetterà saranno sempre e solo i turisti i quali d'altro canto, frastornati da tante parole e sempre meno fatti, dovrebbero cominciare a valutare seriamente le vacanze all'estero.


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