Giochi di prospettiva

Dopo il tributo al cinema, non poteva mancare nella città dell'Antonelli, quello all'architettura.
E l'architettura, si sa, si sostanzia nella possibilità, offerta dalla prospettiva, di modificare la percezione dello spazio fino a generare degli equivoci o dei paradossi.
Lo spazio in questione è quello di Piazza Vittorio, la più grande piazza europea dotata di portici.
L'architetto in questione è il sindaco che, per smentire la stampa "politicizzata" e "corrotta" (secondo uno dei tormentoni del movimento politico a cui il sindaco appartiene) rea di catalogare in modo unanime alla voce flop l'esperienza dei fuochi di San Giovanni, pubblica sul suo profilo social le foto di una Piazza Vittorio gremita.
Foto che sembrano stridere con quelle pubblicate dalle suddette testate giornalistiche faziose.
Chi ha ragione? Il mio relatore universitario...
...un raro connubio di intelligenza e saggezza, soleva spiegare la prospettiva in questo modo. Immaginate di avere davanti una fila di alberi. Se vi allineate perfettamente alla fila avrete l'impressione che ci sia un albero soltanto. Se vi spostate di poco e cambiate il vostro punto di vista vedrete tutti gli alberi che compongono la fila. 
L'insegnamento principale che va tratto è che guardare una stessa situazione sotto vari punti di vista è fondamentale per acquisire correttamente le informazioni.
Postare una foto scattata lato fiume, con tutte le persone assiepate lungo il fiume stesso per poter godere dello spettacolo pirotecnico offerto dai fuochi di San Giovanni, equivale a mettersi in linea con gli alberi. Spostare di poco il punto di vista e riprendere la piazza di lato, dall'alto oppure lato via Po significa invece ritrovare una percezione più realistica delle cose, avendo l'umiltà di ricostruire le informazioni, modificando e confrontando varie prospettive.
A proposito, quali prospettive abbia il futuro di Torino diventa sempre più arduo capirlo, a meno di non utilizzare la corrente stilistica monodimensionale a cui l'architetto appartiene, con buona pace dell'Antonelli.



   



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