E' sempre settembre

E' sempre settembre

Nel 1993 gli universitari americani coniarono l'espressione "settembre eterno" per indicare il complessivo decadimento culturale e comportamentale di usenet (la rete dedicata alla raccolta di articoli, news, post) causato dal costante aumento di nuove utenze non preventivamente educate alla Netiquette
Intendiamoci, gli autori di questo modo di dire non avevano nulla contro Settembre, uno dei mesi che personalmente preferisco perché mi ricorda la danza dei deflini in prossimità delle coste della mia città. 
Settembre però era/è il mese delle immatricolazioni universitarie, ambito a cui era inizialmente riservato l'uso esteso della rete. In questo periodo era quindi lecito attendersi casi di uso poco consono di Internet. Responsabili le nuove matricole ancora ignare dei codici comportamentali da rispettare. La progressiva diffusione della rete ben oltre i confini dei college americani rese ben presto questo "periodo di apprendimento" una costante distintiva del nuovo strumento mediatico.
Oggi, a quasi 25 anni di distanza, non solo è ancora e sempre settembre ma la naturale propensione all'involuzione dell'homo sapiens ci ha fatto passare dall'immatricolazione universitaria all'iscrizione alla scuola materna.
E' di qualche giorno fa la notizia di account Facebook francesi fake aventi lo scopo di orientare lo scontro politico tra primi piatti: Le Penne contro Maccheroni. Credo in realtà che si sia trattato di un moto di rivalità nei confronti degli odiati cugini d'oltralpe che, in Italia, appunto, possono vantare account di personaggetti politici tanto autentici quanto deliranti. Per citare i più significativi, e chiedendo venia a chi avessi distrattamente dimenticato, siamo passati dai post sgrammaticati di Gasparri a quelli del "movimento immobile" (altro che Aristotele) sobri come cori da stadio. Per inciso i cori da stadio si fanno preferire sia per correttezza grammaticale che per costrutto sintattico. 
I casi recenti più eclatanti: il post per sottoporre allo squadrismo digitale Saviano e Scalfari rei di aver fatto parte della commissione RSF che ha denunciato l'influsso negativo del "comico" sulla libertà di stampa, sorpassato a destra dai post contro le ONG ree di salvare vite umane alla deriva nel mar Mediterraneo. 
Proprio la vicenda delle ONG ci offre però una flebile speranza, metaforicamente parlando, circa la possibilità di un uso sano e corretto dei digital media. E' meritevole di encomio il social media manager di Unicef Italia che si è preso la briga di rispondere post dopo post usando toni pacati, proprietà di linguaggio, dati oggettivi (referenziati o referenziabili) e non opinioni.
Di fronte alla voracità mediatica dell'utente medio, che non si preoccupa della qualità dell'informazione che consuma né tanto meno degli scarti che produce, l'intervento del social media manager merita il bollino Slow Digital indice di valore, rispetto, qualità esattamente come lo è il marchio Slow Food per il cibo. 
Credo anzi che l'uso di un bollino Slow Digital sarebbe da promuovere a livello di media digitali per riportare in auge quei codici culturali e comportamentali ormai smarriti. Ci si potrebbe costruire intorno anche una nuova piattaforma social, l'iscrizione alla quale verrebbe concessa solo dopo aver superato una prova di grammatica e sintassi italiana di base, un esame di educazione civica, una esercitazione pratica di congiuntivi e periodi ipotetici. 
L'idea di fondo non è completamente nuova (http://en.slow-media.net/manifesto) e merita approfondimenti...nel frattempo, in questo Maggio autunnale, continuiamo a goderci il Settembre Senza Fine.        


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