L'inquinamento morale

Giornata mondiale della Terra

In occasione della giornata mondiale della Terra non si può non parlare di inquinamento. Già ma quale?  Per un tarantino quello atmosferico e ambientale è un concetto filosofico. Dopo la recente sentenza del tribunale di Ivrea, quello elettromagnetico è argomento scontato e comunque un conflitto di interessi per un ingegnere elettronico. 
Poco si parla del più subdolo: l'inquinamento morale, la somma di tutti gli altri. Si genera naturalmente nella quotidianità. Si comincia al mattino quando accompagni i bimbi a scuola e:
  • rischi sistematicamente la vita ad ogni attraversamento pedonale. Quando ti va bene devi solo sopravvivere all'autista del bus o del tram (dipende dall'orario) che procede incurante parlando al cellulare. 
  • sopravvivi agli ambientalisti in bicicletta per i quali il codice della strada è applicabile solo ai veicoli motorizzati. Sensi unici, marciapiedi, passaggi pedonali per loro semplicemente non esistono. 
  • passi attraverso il mercato rionale per la vendita di prodotti a Km 0.  Un altro concetto affascinante. Per esserlo davvero a km 0 i prodotti dovrebbero spuntare direttamente nel mio frigorifero in modo naturale, ed invece arrivano in città accompagnati da furgoni decadenti alimentati a benzina agricola liberi di parcheggiare ovunque. Se riesci a trovare lo spiraglio giusto, non ti resta che proteggere le tue pupille dalla fioritura dei tendoni.
Per la sola istruzione quotidiana della prole hai già esaurito (senza mai pronunciarle) il bonus annuale di "vaffanbrodo" e "teste di nicchia" ed il peggio deve ancora venire. Si continua con l'odissea del percorso casa-ufficio costellato da:  
  • un numero imprecisato di camion della spazzatura. Per essere ecologici abbiamo moltiplicato a dismisura i tipi diversi di furgoni (su gomma e inquinanti) addetti allo smaltimento. Non saremo capaci di far partire un treno in orario, ma quanto a sincronismo tra raccolta spazzatura ed ora di punta del traffico non ci batte nessuno.   
  • una saga completa di lavori stradali. I più beffardi quelli di rifacimento delle strisce. Quelle su cui passi come pedone sono ormai tono su tono con l'asfalto, quelle che incontri come automobilista sono in manutenzione continua.
Arrivi in ufficio che sei più radioattivo di Bruce Banner e qui ti aspetta una giornata da mastechef con un chilo e mezzo di contrarietà, tre etti di delusioni, un etto di freschissime rotture di maroni, una spruzzatina di soprusi e, se ti va bene, un pizzico di soddisfazioni. 
Poi chiudi tutto e torni a casa. Il percorso non è inquinato come al mattino, ma la discarica la trovi al fondo quando comincia l'avventura del parcheggio nella babele delle auto in doppia fila, magari davanti a posti liberi e delle moto parcheggiate come limousine.
Vivi, respiri, ti nutri di tutto questo ogni giorno senza accorgertene. I suoi effetti presentano il conto di notte quando le scorie riaffiorano a turbare il sonno. Lo smaltimento è un'operazione lunga e complessa, la cui durata cresce in funzione dei tempi di esposizione e dell'età del soggetto. A me, ad esempio, non basta più neanche il fine settimana per ripulirmi l'animo ed anche quando stai per ripulirti sei costretto a ricominciare l'esposizione agli agenti inquinanti. 
Poi impari a conoscere le tue valvole di sfogo ausiliarie: un bel tramonto, una lunga passeggiata, il profumo del mare, l'aria della montagna, una buona birra e finanche una piccola e semplice variazione della routine quotidiana. 
L'inquinamento morale resta sempre pronto a riempirti l'animo di scorie, ma tu pian piano capisci come rispettare te stesso e così l'ambiente circostante e gli altri elementi (umani e non) che lo compongono.


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