23 Aprile 1946 - La Vespa

Buon compleanno Vespa

Mio padre ne comprò una a mia sorella: una Vespa PK 50 rossa fiammante. 
Per qualche anno ho potuto solo ammirarla senza toccarla poi finalmente, compiuti gli anni previsti dalla legge, è diventata anche mia.
Le prime lezioni di scuola guida per Vespa per apprendere le regole di base:

  1. tieni il piede sempre poggiato sul pedale del freno posteriore e non spostarlo per nessun motivo
  2. ignora l'esistenza della leva del freno anteriore
  3. apri l'aria, metti in moto, chiudi l'aria
  4. premi la frizione fino in fondo, ingrana la prima e rilascia lentamente. Questa la regola più complessa. Il confine sottile tra spegnere il motore con un singulto e partire impennando sulla ruota posteriore.
Il resto te lo insegna l'esperienza: il rumore caratteristico dello stacco delle marce, le ruote così piccole da farti provare l'ebrezza dell'instabilità ad ogni curva (specie sullo sporco), i tempi di frenata. 
Ma la nostra Vespa non era solo tecnica di base, era molto di più. 
Significava libertà e qualche volta trasgressione quando "dimenticavi" il casco o davi un passaggio a qualche tua amica. In quegli anni, infatti, il codice della strada aveva (giustamente) introdotto il casco obbligatorio ed il divieto di portare passeggeri sui 50cc. Del casco ricordo ancora il peso e la costrizione delle guance...
E poi era la nostra Vespa: una di famiglia. Dormiva tutto l'inverno e si risvegliava a inizio estate sempre pronta a ripartire scoppiettante. Si godeva le vacanze estive al mare con tutti noi, aveva un suo posto in casa dove veniva riposta ogni sera con accurata manovra di parcheggio. Tornare in città significava separarsene, portando nel cuore un nuovo bagaglio di esperienze vespistiche e pensando a quella ancora da fare.
Era e sarà sempre un mito!!!


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